°°° Pratica definizione convenzionale di essere vivente °°°
Se tocchiamo un sasso abbiamo una prova che tale oggetto...esiste.
Se tocchiamo un gatto abbiamo una prova che tale "Essere" esiste.
Il sasso non è in grado di percepire alcun tocco...il gatto invece...si!
Imperfette definizioni discriminano oggetti passivi da esseri viventi.
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°°° Diamo un preciso nome al capolinea della percezione °°°
Gli esseri viventi amplificano e trasmettono percezioni verso un Io.
Per percezione s'intende un contatto tra un Io e un mondo. (esserci)
Tale contatto avviene soltanto nel...relativistico...istante presente.
(la memoria dell'essere espone dati passati servendoli al presente)
Le macchine usate dall'essere sono oggetti, ma sfumano nell'essere.
Gli oggetti e il mondo percepito, di fatto, sono estensioni dell'essere.
Il traguardo delle percezioni è un confine, un tunnel tra dimensioni.
Ad un estremo, con pensieri, ricordi, identità, sta l'essere: l'Esser'Io.
All'altro estremo sta l'istantanea percezione d'esistenza: l'Esistent'Io.
L'Esistent'Io, invaso da percezioni, s'immedesima nell'essere mortale.
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°°° Poniamo definizioni precise prima di una tesi logica °°°
Chiamo:"Mondi" i domini accessibili e vivibili da specificabili esseri.
Chiamo:"Io" l'unione tra il mio sentito esistere e un...essere vivente.
(postulato: il tempo con spazi contenenti mondi ha estensione infinita)
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°°° La fine dell'essere non include la fine dell'Esistere °°°
Prima della mia umana nascita, quest'Io non percepiva questo mondo.
Dopo che Io sarò deceduto...quest'Io non percepirà più questo mondo.
Tali due condizioni di non percezione di questo mondo sono identiche.
Ciò conferma che si può plausibilmente esistere dopo cessate esistenze.
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°°° L'esistent'Io non è un identificabile essere °°°
Io mi sento Io pur non ricordando tutti gli istanti di vita del mio essere.
Io mi sentirei Io pur se non ricordassi alcun istante vissuto.(da neonato)
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°°° L'Esistent'Io non risulta totalmente confinato nell'Esser'Io °°°
L'elevata informazione concentrata nell'essere lo distingue dal caos.
Ciò distorce gli spazi dimensionali ove le informazioni hanno massa.
In altre dimensioni le differenze di stato sono come distanze spaziali.
Prossimità geodetiche uniscono similarità tra più istanti e più mondi.
L'Esistent'Io pare avere memorie trasversali con effetti infinitesimali.
Ciò spiegherebbe coincidenze acausali e fenomeni quanto-relativistici.
In stato d'incoscienza l'Io sfuma tra dimensioni parallele e trasversali.
Ciò spiegherebbe molti fenomeni paranormali tra cui le premonizioni.
Tali fenomeni non sono dimostrabili per causalità extradimensionale.
Esistere...significa sentir fluire l'Essere...per focalizzarsi in un mondo.
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(ulteriori approfondimenti verranno elaborati entro qualche mese)
1 commento:
Non ho capito bene, forse che l'essere è "oggettivo" e l'esistere sia "soggettivo" (percezione?). Detto così è banale, chiedo scusa. Posso fare una domanda? Come
mi traduci la celebre frase COGITO ERGO SUM?: penso, dunque SONO o penso dunque ESISTO?Interessante, no? Ancora una volta il problema dello stato (auto)percezione e lo stato "reale", che gli autori affrontarono fin dall'antica Grecia.
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